domenica, ottobre 30, 2011

Le speranze in saldo

Una volta Clara mi chiese: <<Ma come mai la tua famiglia è emigrata in Canada? Credevo che tutti gli ebrei andassero a New York>>.
 Allora le spiegai che io ero nato in Canada perché a mio nonno, un macellaio rituale, erano mancati venti dollari e rotti. Correva l'anno 1902 quando Moishe e Malka Panofsky, freschi sposi, erano andati a Budapest da Simcha Debrofsky, della Società di Mutuo Soccorso agli Emigranti. <<Vorremmo i documenti per New York>> aveva detto il nonno.
 <<Perché, per il Siam no? E per l'India? Che vi ha fatto l'India? Be', visto che qui abbiamo un telefono, adesso chiamo il presidente a Washington. "Senti, Teddy, non è che a Canal Street siete a corto di emigranti? Ascolta, Teddy, magari ve ne serve qualche altro che non spiccica una parola di inglese. Sìii? Allora ho grandi notizie per te. Ho giusto davanti a me una coppia di shlepers disposti a venire a vivere a New York". Se proprio volete la golden medine, Panofsky, dovete mettermi qui sul tavolo cinquanta dollari americani. In contanti>>.
 <<Ecco, signor Debrofsky, il fatto è che cinquanta dollari non li ho>>.
 <<Davvero? Va bene, allora ascoltate me. Voglio rovinarmi. Per venticinque dollari vi mando tutti e due in Canada>>.

Mordecai Richler, "La versione di Barney", 1997.


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