domenica, agosto 31, 2008

Una tazza di saggezza

"Se io sostenessi che tra la Terra e Marte c'è una teiera di porcellana in rivoluzione attorno al Sole su un'orbita ellittica, nessuno potrebbe contraddire la mia ipotesi, purché mi assicuri di aggiungere che la teiera è troppo piccola per essere rivelata, sia pure dal più potente dei nostri telescopi. Ma se io dicessi che - posto che la mia asserzione non può essere confutata - dubitarne sarebbe un'intollerabile presunzione da parte della ragione umana, si penserebbe con tutta ragione che sto dicendo fesserie. Se, invece, l'esistenza di una tale teiera venisse affermata in libri antichi, insegnata ogni domenica come la sacra verità ed instillata nelle menti dei bambini a scuola, l'esitazione nel credere alla sua esistenza diverrebbe un segno di eccentricità e porterebbe il dubbioso all'attenzione dello psichiatra in un'età illuminata o dell'Inquisitore in un tempo antecedente."


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sabato, agosto 30, 2008

Nella notte

Il più grande peccato
verso il mondo e verso l'umanità
pare sia
dubitare di se stessi!...

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domenica, agosto 24, 2008

Prossimamente sui migliori schermi...

Il nuovo sogno del maestro
Hayao Miyazaki...


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venerdì, agosto 22, 2008

La vecchia, solida realtà.

Il giornale gli cadde dalle ginocchia, e Vickers si chinò a raccoglierlo. Aprendolo, finalmente, vide che le notizie seguivano lo stesso squallido schema di tutti gli altri giorni, immagini grigie di un mondo grigio popolato di figure grigie.

Gli ultimi echi degli annunci di pace non si erano ancora spenti, e la Guerra Fredda continuava a infuriare.
La Guerra Fredda andava avanti da anni, naturalmente, e prometteva di continuare ancora per molti altri. Gli ultimi quarant'anni erano stati un succedersi di crisi, di notizie fatte circolare ad arte e subito smentite, di guerricciole sempre in atto e di guerre mondiali che non scoppiavano mai, fino a quando il mondo, stanco di quell'alternarsi di terrore e speranza, di quella Guerra Fredda che assumeva mille aspetti e non finiva mai, aveva cominciato a sbadigliare in faccia alle nuove voci di distensione e alle crisi che ormai si succedevano a dozzine.

Un tizio, in uno sconosciuto college della Georgia, aveva stabilito un nuovo primato mangiando un numero incredibile di uova crude, e un'affascinante diva del cinema stava per cambiare di nuovo marito, e i lavoratori dell'acciaio minacciavano di entrare in sciopero.

C'era un lungo servizio sulle persone scomparse, e Vickers ne lesse la metà, quanto gli bastava. Stando all'articolo, il numero delle persone che sparivano senza lasciare traccia continuava ad aumentare, intere famiglie alla volta, e in tutto il paese la polizia stava perdendo la testa. C'era sempre stata della gente che scompariva, affermava l'articolo, ma si era trattato di singoli individui. Adesso da una comunità sparivano due o tre famiglie, e due o tre da un'altra, e non se ne trovava più traccia. Di solito, appartenevano alle classi più povere. In passato, quando un individuo scompariva, c'era qualche ragione: ma in questi casi di sparizioni collettive sembrava che non vi fossero motivi, a parte la miseria: e l'autore dell'articolo e le persone da lui intervistate non sapevano spiegarsi perché qualcuno volesse o potesse sparire a causa della miseria.

C'era un titolo che annunciava: "Uno scienziato afferma: vi sono molti mondi".
Vickers lesse parte del pezzo:

Boston, Mass. (A.P.) Può esserci un'altra Terra un secondo più avanti di noi, e un altro mondo un secondo più indietro, e un altro ancora indietro di un secondo rispetto a questo, e poi un altro... be', avete capito.
Una specie di catena continua di mondi, uno dietro l'altro.
Questa è la teoria del dottor Vincent Aldridge...

Vickers lasciò cadere a terra il giornale, e guardò il giardino, ricco di fiori e addolcito dal sole. Lì c'era la pace, in quell'angolo piccolo e fiorito del mondo, c'era la pace anche se altrove non c'era, pensò. Una pace fatta di molte cose, di sole dorato e del mormorio delle foglie d'estate che fremevano nel vento, di fiori e di uccelli e della meridiana, della staccionata che aveva bisogno di essere ridipinta e del vecchio pino che stava morendo in silenzio, serenamente, adagio adagio, amico dell'erba e dei fiori e degli altri alberi anche mentre moriva, con la dignità pacata dei vecchi alberi che non avevano fretta di vivere né di morire in quello che era il loro mondo.
Lì non c'erano né voci di speranza, né brontolii di minaccia; quelle erano le frenesie degli altri, che lasciavano intatto quell'angolo sereno. Lì c'era la serena accettazione della realtà, la vecchia, solida realtà che diceva che il tempo scorreva e veniva l'inverno e poi l'estate, che il sole seguiva la luna, e che la vita era un dono da coltivare come un fiore prezioso e fragile, e non un diritto da conquistare lottando incessantemente, spietatamente, contro tutte le altre creature viventi.
Vickers diede un'occhiata all'orologio, e vide che era ora di andare.


Clifford D. Simak, L'anello intorno al sole, 1953.


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