mercoledì, settembre 26, 2007

Saffi shut down!

« Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione... e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire. »


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sabato, settembre 22, 2007

Alla ricerca del Bene perduto...

Andare al cinema dopo tanto tempo e vedere un film che non mi sarei perso per niente al mondo, quello annunciato da mesi, aspettato da anni, pubblicizzato da un battage multimediale straripante mi ha dato una certa soddisfazione...
Andare a vedere il film de I Simpson, insomma, mi ha dato un certo gusto... e non solo perchè adesso posso confrontare i miei pareri con quegli amici che lo hanno già visto anche più di una volta o perchè finalmente so chi o cosa sia questo Spider Pork che imperversa, tormentone del momento, ma soprattutto perchè ho riso parecchio e le gag hanno pienamente raggiunto il loro obiettivo di intrattenimento di effetto immediato...
Andare al cinema, mi ha messo addosso una certa voglia di parlare di film... ma non è I Simpson che recensirò, bensì il seguente...

"Little Miss Sunshine"
regia di Jonathan Dayton e Valerie Faris
scritto da Michael Arndt, USA, 2006.


Se è vero che quello della commedia è uno dei generi più frequentati e popolari tanto dal grande pubblico quanto dai cinefili più smaliziati, è pur vero che non sempre i prodotti di questa genìa riescono a lasciare una traccia appena più profonda del sorriso che suscitano durante la visione. Il rovescio della medaglia è che la commedia offre senza dubbio delle possibilità espressive ad un certo tipo di cinema indipendente, non fosse altro che per la sua matrice psico-sociale (la quale ben si adatta alla scarsità di mezzi delle produzioni che non hanno le spalle coperte dagli studios).
Il vantaggio di orientarsi sulle commedie indipendenti (ma la cosa, sappiamo valere anche per altri generi) è quello di trovare un film dagli schemi insoliti, originali o quantomeno un po' più freschi.

Nel caso di Little Miss Sunshine, devo ammetterlo, le mie speranze sono state sì soddisfatte ma solo in parte.

Little Miss Sunshine narra le difficili relazioni tra i membri di una famiglia medio borghese di Albuquerque (Nuovo Messico), le loro difficoltà di comunicazione dovute alle nevrosi ed ossessioni personali e le evoluzioni che si verificheranno durante un viaggio in furgone per accompagnare la figlia minore ad un concorso per piccole miss che si tiene in California.

A giudicare dai trailer che avevo visto al tempo dell'uscita in sala di questo film, immaginavo una commedia grottesca, assimilabile a quelle di Wes Anderson, magari con un tocco di leggerezza in più ed una maggiore senso di mobilità.
In parte, Little Miss Sunshine frequenta proprio alcuni dei topoi narrativi andersoniani, presentando una famiglia di casi che oseremmo definire clinici: un padre ossesso dalla sua mania di successo e dal progetto di lanciare il manuale di autodeterminazione che ha ideato e scritto, un nonno brusco col vizio dell'eroina, uno zio ex accademico in piena crisi esistenziale, un figlio quindicenne che ha fatto voto di silenzio, una madre in equilibrio precario tra i suoi affetti ed una piccola bambina con l'aspirazione a diventare reginetta di bellezza ma sprovvista dell'adeguato physique du role.
Rispetto a Le Avventure Acquatiche di Steve Zissou o I Tenembaum, la sceneggiatura di Arndt, però, rimane maggiormente ancorata ad un registro di realismo, rinuncia a marcare la mano sugli aspetti più grotteschi della storia e si limita a dipanarli come momenti del viaggio alla base del film, tuttavia risulta molto più omogenea e lineare lì dove le opere andersoniane zoppicano spesso per sfilacciamenti narrativi e incedere sonnolento.

L'umorismo è arguto senza scadere nel saccente ed i personaggi, ben recitati da attori di discreta esperienza, suscitano simpatia.

La regia è garbata e composta, non cerca l'eccentricità visiva (peccato cui spesso, invece, indulge il già citato Anderson) ed alterna inquadrature fisse a qualche ripresa a mano non troppo traballante, il tutto illuminato da una fotografia dai toni molto solari (opera di Tim Surhstedt).

I registi Jonathan Dayton e Valerie Faris (coppia nel lavoro e nella vita) hanno una carriera consolidata nel mondo dei videoclip, vantano all'attivo lavori per gruppi come REM, Smashing Pumpkins, Oasis, The Ramones, ecc e questo spiega bene la loro innegabile competenza visiva, ma, forse, determina anche il punto debole del film che pecca un po' di superficialità, quasi un procedere frettoloso, che sceglie di soffermarsi su alcune scene, lasciandosi invece sfuggire altre sfumature che avrebbero potuto rendere più gustosi i protagonisti e più significativo il messaggio dell'intero film. L'idea di fondo, dunque, risulta un po' sminuita e, nonostante il finale (che punta in buona parte sul colore delle scene girate in un vero concorso di baby-miss), lascia in bocca un sapore piacevole ma alquanto fugace.

In definitiva, un film interessante per coloro che cercano una commedia dai toni pacati e dai bei sentimenti senza troppo miele, quasi un film gradevolmente radical chic, scorre bene, ma lascia poco.


Buona visione!




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mercoledì, settembre 19, 2007

Ormai...

C'era lei e c'ero io
e due candele accese nel buio della mia cucina a luci spente.
Un sorriso e una birra fresca, appena dopo aver mangiato la pizza e intanto, tra una carezza e un bacio, la voglia di mangiare il gelato, l'uno dalle labbra dell'altra, così come piaceva a noi.
Lei mi leggeva poesie da una raccolta beat ed io sognavo, ipnotizzato dalle fiammelle, il giorno del nostro futuro viaggio in America, con la chitarra in spalla ed un inglese impacciato alla ricerca di Frisco.
La notte ci attendeva, stretti in un letto, a soffocare sotto il lenzuolo solletico e risate per non svegliare gli altri.
Sembrava l'infinito... e invece non è più.

Non ho mai più acceso le candele, prendono polvere su uno scaffale, ormai smezzate. So che oggi butterò via quel pezzo di passato, dimenticherò quella porta da tempo chiusa e Frisco, l'ho capito, non la vedrò...



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martedì, settembre 18, 2007

Il dolce e l'amaro...

Mi piace il cappuccino...
con la schiuma compatta e vaporosa al tempo stesso... ed una spolverata di cacao... sembra quasi consolarmi da tutti i malumori, crea una breve parentesi tra le preoccupazioni e cancella per un po' qualsiasi pensiero dalla testa.
A volte il bisogno di un cappuccino è tale da impedirmi qualsiasi considerazione sull'opportunità di fare colazione ad una certa tarda ora... fosse anche mezzogiorno, il bisogno di cappuccino va ascoltato e soddisfatto.
Stamattina gusto il mio cappuccino seduto davanti al mondo che passa sotto ai miei occhi in forma di auto e mezzi pubblici e gente presa dalle faccende della mattina. Intorno c'è già aria da pranzo...
Io e il mio cappuccino ci teniamo compagnia e ignoriamo tutto quanto, anche le chiacchiere insistenti della barista, carina, preoccupata per le sorti del pianeta e dei figli che non ha ancora; un gruppetto di anziane clienti accompagnate dai loro docili cagnetti ascolta il suo piccolo comizio e annuendo ne compatisce le sorti.

Nel tavolino a fianco un ragazzo vigoroso e aitante. E' vestito interamente di bianco, sembra straniero, sfoggia mocassini costosi, un massiccio anello d'oro e calzini da ginnastica di spugna, ha abbandonato la coca-cola che stava bevendo per passare ad un bicchiere di whisky, forse deve ancora andare a dormire dopo una notte da balordo... oppure è uscito direttamente da un racconto sbronzo di Bukowski. Quando il ragazzo prende il suo telefono cellulare ed esordisce in una chiassosa conversazione in russo, mi faccio un'idea tutta diversa.
Ho trent'anni e mezzo cappuccino nella tazza, una giovane zingara passando mi fissa e poi continua a camminare senza darmi importanza, credo che abbia la metà dei miei anni, ma i suoi occhi puntuti dicono più cose di quante io ne voglia immaginare...

Il cappuccino è finito, la mattina ormai è andata, tempo di lasciare il tavolino, guardare l'orologio e scoprire per davvero che ora è...


Immagine da sparklette.net

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venerdì, settembre 14, 2007

Go Phish!...

La mia banca è differente:
si preoccupa dei miei disagi,
ha a cura la mia sicurezza,
crea per me un conto anche quando non ce l'ho...

La mia banca è differente...
infatti la mia non è
la Bank Of America!...




In ambito informatico il phishing è una attività truffaldina che sfrutta una tecnica di ingegneria sociale, ed è utilizzata per ottenere l'accesso a informazioni personali o riservate con la finalità del furto di identità mediante l'utilizzo delle comunicazioni elettroniche, soprattutto messaggi di posta elettronica fasulli o messaggi istantanei, ma anche contatti telefonici. Grazie a questi messaggi, l'utente è ingannato e portato a rivelare dati personali, come numero di conto corrente, numero di carta di credito, codici di identificazione, ecc.

[Definizione tratta da Wikipedia Italia]

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martedì, settembre 11, 2007

See what you are!...

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domenica, settembre 09, 2007

Io, motore immobile.

...Ho scoperto di avere un potere speciale: se mi concentro abbastanza riesco a far avanzare la lancetta dell'orologio di un minuto ogni sessanta secondi!
Credo che utilizzerò questo potere per portare il mondo nel futuro... un poco alla volta!


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giovedì, settembre 06, 2007

Così è (se ci pare)

...per selezione naturale la nostra mente si è adattata alle condizioni del mondo esterno. Ha adottato la geometria più vantaggiosa per la specie, o in altre parole la più conveniente. La geometria non è vera, è vantaggiosa.

Henri Poincaré, Scienza e metodo, 1908


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Brindisi, sorrisi e ricordi visti e vissuti...

A chi c'era...
a chi non c'era...
a chi era davanti o dietro l'obiettivo...
a chi ha brindato con me
ed a chi lo avrebbe fatto se avesse potuto...
a chi festeggiava
ed a chi lo sta ancora facendo...
a chi ha chiesto ed anche a chi non l'ha fatto...
a chi s'è goduto ed ha apprezzato
le dolci sere di questa estate passata...


Marsala_Estate_2007

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