martedì, luglio 31, 2007

Va ora in onda...

In due giorni sono due i maestri della celluloide ad averci abbandonato: Ingmar Bergman e Michelangelo Antonioni.
Forse dovrei scrivere qualcosa, forse dovrei dire e pensare qualcosa, ma non mi passa niente per la mente, se non che "Il Settimo Sigillo" e "Il Posto delle Fragole" li ricordo molto più volentieri di "Deserto Rosso". Mi passa per la testa anche che "Blow Up" devo averlo visto, ma, chissà come, dove e quando, perchè di questo film riesco a ricordare solo il mediocre remake/riadattamento interpretato da John Travolta (Blow Out) o la gustosa parodia che ne ha fatto sempre lo stesso De Palma in "Ciao America"... però le citazioni che ne ha fatto Alberto Cavallone in "Blue Movie", le ho colte... ed allora un motivo ci sarà!

"Zabriskie Point", invece ha uno strano senso nella mia vita: una di quelle pellicole delle quali vidi una scena quando avevo sedici o diciassette anni, delle quali ho cercato a lungo e poi acquistato la videocassetta con l'unico scopo di rivedere la stessa unica scena che avevo visto già (quando il P2P e Youtube erano ancora ben lungi dall'esistere)... sarà stato per la colonna sonora dei Pink Floyd o forse per quell'alone di onirismo psichedelico ed appeal controculturale che al tempo faceva presa su di me...
E però ancora mi piace la scena dell'amplesso collettivo nel deserto della Death Valley... probabilmente sono solo stregato dalla magia delle note di Jerry Garcia, che eseguì l'improvvisazione che fa da colonna sonora a questa scena...

E' assai curioso: Antonioni non è un cineasta da passare in tv... non in orari canonici, almeno... eppure le emittenti nazionali non hanno potuto fare a meno, oggi, di passare i suoi film in prima serata... perfettamente in linea con lo spirito da coccodrillo editoriale che intesse tutte le celebrazioni del nostro paese e dei nostri media...


Riposino In Pace

Amen




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Deontologia professionale

Il mio secondo caso di morte in culla è in un palazzone di cemento delle case popolari nei pressi di downtown.
Il defunto è stramazzato in un seggiolone a metà pomeriggio, mentre la babysitter piangeva chiusa in bagno. Il seggiolone era in cucina. Nel lavello c'erano montagne di piatti sporchi.
Alla redazione Cronaca Locale, Duncan, il mio caporedattore, mi chiede: "Lavello singolo o doppio?".
Un altro dettaglio di Duncan è che quando parla sputa.
Doppio, gli dico. Acciaio inossidabile. Pomelli separati per l'acqua calda e fredda, rubinetto estraibile con impugnatura a pistola e manico di porcellana. Niente diffusore a spruzzo.
E Duncan dice:"Modello di frigorifero?". Goccioline della sua saliva brillano nella luce dell'ufficio.
Amana, rispondo.
"Avevano un calendario?" I minuscoli sputi di Duncan mi innaffiano la mano, il braccio, un lato della faccia. La saliva è fredda per via dell'aria condizionata.
Sul calendario c'era il dipinto di un vecchio mulino di pietra del New England, gli dico, di quelli con la ruota e il ruscello. Omaggio di una compagnia d'assicurazioni. Sul calendario era segnato il prossimo appuntamento del bambino dal pediatra. E l'imminente esame della madre alla scuola serale. Le date, gli orari e il nome del pediatra sono tutti nei miei appunti.
E Duncan dice: "Cazzo se ci sai fare".
Sulla mia pelle e sulle labbra i suoi sputi si stanno asciugando.
Il pavimento della cucina era di linoleum grigio. I ripiani dei mobili erano rosa, con i bordi punteggiati di bruciature di sigarette. Sul mobile accanto al lavandino c'era un libro della biblioteca. Poesie e filastrocche di tutto il mondo.
Il libro era chiuso e quando l'ho poggiato sul dorso, lasciando che si aprisse da solo per scoprire fino a che punto il lettore aveva incrinato la rilegatura, si è aperto a pagina 27. E io ci ho fatto un segnetto a margine con la matita.
Il mio caporedattore chiude un occhio e con la testa mi fa un cenno di sfida. "Le incrostazioni sui piatti sporchi" dice, "di cos'erano?"
Spaghetti, dico. Sugo già pronto. Molto aglio e un sacco di funghi. Ho passato al setaccio il sacchetto della spazzatura sotto il lavello.
Duecento milligrammi di sale per porzione. Centocinquanta calorie. Non lo so cos'è che mi aspetto di trovare, ma in questi casi, come sulla scena di un delitto, cercare una pista non guasta mai.


Chuck Palahniuk, Ninna Nanna, 2002



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sabato, luglio 28, 2007

La radice del riso

DRAMMA INCONSISTENTE

Personaggi:
NESSUNO

La scena si svolge in nessun luogo.

NESSUNO

tace.

Achille Campanile, Tragedie in due battute, 1978



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venerdì, luglio 27, 2007

Imagisounding



Grazie all'amico Sim1 che mi ha portato a conoscenza di questo eccentrico artista!

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lunedì, luglio 23, 2007

Il sogno dell'inorganico

Alle quattro e un quarto del pomeriggio, Orario Standard della Terra, Garson Poole si svegliò in un letto d'ospedale, capì di trovarsi in una camera a tre letti e si rese conto di altre due cose: di non avere più la mano destra e di non sentire alcun dolore.

Mi hanno somministrato un forte analgesico, disse tra sé mentre guardava il muro con la finestra che dava sul centro di New York. L'intricata ragnatela su cui si muovevano velocemente veicoli e pedoni risplendeva nella luce del tardo pomeriggio, e la brillantezza della luce al tramonto lo affascinò. Non è ancora finita, pensò. E nemmeno io sono finito.

C'era un videofono sul tavolino di fianco al letto; Poole esitò, poi alzò il ricevitore e fece un numero esterno. Un istante dopo vide il volto di Louis Danceman, incaricato di gestire le attività della Tri-Plan mentre lui, Garson Poole, era assente.

"Grazie a Dio sei vivo" disse Danceman appena lo vide; la grossa faccia carnosa butterata come la superficie lunare si distese di sollievo.
"Ho chiamato dappertutto..."
"Non ho più la mano destra" disse Poole.
"Ma andrà tutto bene, vedrai. Voglio dire, possono innestartene un'altra."
"Da quanto tempo sono qui?" domandò Poole. Si chiese anche dove fossero finiti le infermiere e i dottori e perché non stavano lì a blaterare e protestare, intimandogli di non usare il videofono.
"Quattro giorni" rispose Danceman. "Qui allo stabilimento tutto va a gonfie vele. In effetti, abbiamo ricevuto ordini da tre diversi sistemi di Polizia, tutti qui sulla Terra. Due in Ohio, uno in Wyoming. Ordini belli grossi, con un terzo di anticipo e la solita opzione per il noleggio valida tre anni."
"Tiratemi fuori di qui" disse Poole.
"Non posso tirarti fuori finchè la mano nuova..."
"La farò reinnestare in un secondo tempo." Voleva disperatamente tornare al suo ambiente familiare. Il ricordo del razzo mercantile che incombeva grottesco sullo schermo del pilota si fece strada sullo sfondo dei suoi pensieri; se chiudeva gli occhi si rivedeva nel suo velivolo danneggiato mentre rimbalzava da un razzo all'altro, accumulando enormi danni nella corsa. Le sensazioni cinetiche... trasalì al ricordo. Suppongo di essere stato fortunato, disse tra sé.

"Sarah Benton è lì con te?" chiese Danceman.
"No." Naturalmente: la sua segretaria personale - ma solo per questioni di lavoro - sarebbe rimasta lì nei paraggi, facendogli da mamma nel suo modo goffo e infantile. Tutte le donne corpulente amano fare da mamme, pensò. E sono pericolose; se ti cadono addosso possono ucciderti. "Forse è questo che mi è accaduto" disse ad alta voce. "Forse Sarah mi è caduta sul razzo."
"No, no; si è rotto un tirante sulla pinna direzionale del razzo, era l'ora di punta, il solito traffico, e tu..."
"Mi ricordo." La porta della camera si aprì e lui si girò; apparvero un dottore in camice bianco e due infermiere in camice azzurro, e si diressero verso il suo letto. "Ci sentiamo dopo" disse Poole e riagganciò il videofono. Fece un profondo respiro di attesa.

"Non dovrebbe ricominciare a videofonare così presto" disse il dottore mentre studiava la sua cartella clinica. "Signor Garson Poole, proprietario della Tri-Plan Elettronica. Che costruisce dardi di identificazione capaci di rintracciare la loro preda nel raggio di mille miglia, in base alla lunghezza d'onda encefalica. Lei è un uomo di successo, signor Poole. Eppure, caro signor Poole, lei non è un uomo. Lei è una formica elettrica."
"Cristo!" disse Poole stupefatto.
"Per cui non la possiamo curare qui, ora che lo abbiamo scoperto. Naturalmente, ce ne siamo accorti non appena abbiamo esaminato la ferita sulla mano destra; abbiamo visto i componenti elettronici e poi abbiamo fatto una lastra a raggi X del torace, che ovviamente ha confermato la nostra ipotesi."
"Cos'è una formica elettrica?" chiese Poole. Ma in realtà lo sapeva; sapeva a cosa ci si riferiva con quel termine.
"Un robot organico" rispose un'infermiera
"Capisco" disse Poole. Gli vennero i sudori freddi, per tutto il corpo.
"Non sapeva di esserlo?" chiese il dottore.
"No" rispose Poole scuotendo la testa.

Philip K. Dick, La Formica Elettrica [The Electric Ant], 1968


Immagine: Steven Stahlberg, Android Blues

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domenica, luglio 22, 2007

Distinzione Ontologica



Il genio è la capacità di vedere dieci cose dove l'uomo comune ne vede una e dove l'uomo di talento ne vede due o tre, ed inoltre la capacità di registrare questa percezione multipla nella materia della sua arte.

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